1^ settimana

Questa non è come tutte le altre partenze. Almeno non è una di quelle dove prepari la solita valigia “da cappottiera dell’aereo ” che sono l’incubo di ogni viaggiatore low cost al controllo check-in, prima dell’imbarco. La valigia è invece di quelle importanti, quella che deve durarti molte e molte settimane, ma soprattutto multi-stagione: caldo, freddo, freddo/caldo 😅 😅.

E cosi arriva il giorno della partenza, qualche lacrimuccia per gli inevitabili abbandoni (sentimento che non puoi provare se parti per una settimana al mare).

Ed è al 1° check-in che ti accorgi che la tua scelta ha mandato in tilt il “sistema“, quando l’addetta, comodamente seduta dietro il desk, ti chiede: e il biglietto di ritorno da Sydney?

Non c’è! rispondiamo noi. Ma questo non significa che vogliamo restare in Australia in modo più o meno illegale; siamo di passaggio, siamo turisti.

Ma niente, la signora insiste, imperterrita, che senza biglietto di uscita dall’Australia non ci fa il check-in per imbarcarci sull’aereo. Al che siamo stati costretti a mostrale il biglietto per la prossima tappa (la Nuova Zelanda) e solo allora si è convinta a procedere.

L’episodio mi ha fatto venire in mente la famosa scena di Massimo Troisi quando lascia Napoli per andare al nord, a Milano, e tutti gli chiedono: sei emigrante? E lui stizzito: no, sto solo viaggiando! Ecco quando esci fuori dagli schemi, il sistema che hai intorno va in tilt. Non rientri più nei cliché a cui tutti, più o meno, siamo abituati a fare riferimento.

Sydney è la prima tappa, durerà solo 6 giorni, serve per ambientarci alla nuova vita, al lavoro durante le ore notturne (causa fuso orario di “soli” 10 ore) e alle classiche attività di un turista che non vuole perdersi nulla di Sydney e di quanto la città possa rappresentare per un Continente che è vasto poco meno di tutta l’Europa ma che ha una popolazione che è soltanto la metà dell’Italia.

Impressioni di Sydney? Era la seconda volta che ci andavo; la prima quando vincemmo il viaggio premio con Carmine, 8 anni fa, per il Family Farming World Prize; questa volta l’ho visitata un pò meglio. L’impressione è di una metropoli non troppo grande dopotutto, molto ben organizzata, mezzi pubblici efficienti, tanti scorci da cartolina (cit.).

L’Australia, o meglio Sydney, sembra la terra perfetta: ambiente curato, giardini verdi lussureggianti, mezzi pubblici super efficienti (insolito per noi italiani), economici (con 1 dollaro australiano, equivalente a 65 centesimi di euro, ti sposti da una parte all’altra della città) … e poi vuoi mettere l’inglese perfetto, a mio avviso 😉😅, di chi ci vive. Capivo ogni parola senza dover ogni volta dire: excuse me! Un inglese con forti influenze della madre patria, immagino; l’ho trovato veramente easy.

Fra le tante escursioni possibili, la visita allo Zoo la sconsiglierei. Triste, come credo siano tristi tutti gli Zoo del mondo, fra l’altro vi erano pochi animali, addormentatucci, poverini 🙃😩.

Sul finire della settimana veniamo attratti e coinvolti in un’esplosione di colori e di festa che pian piano diventava sempre più evidente: era l’inizio del World Pride 🌈🌈🌈. Qui ne hanno fatto un enorme business, ancora prima dei pur, immagino, nobili motivi di chi vuole evidenziare l’orgoglio di essere differenti. Non ho trovato nulla di esagerato nelle tante manifestazioni che si stavano preparando ma sono rimasto sbalordito da come gli alberghi, i musei, i mezzi pubblici, ristoranti ecc. avevano preparato questo evento mondiale che avrebbe senza dubbio portato loro lavoro e soldi, tanti soldi.

La prima settimana è andata. Un pò turistica e un pò lavorativa anche se del lavoro ho raccontato poco per non tediare; ci sarà tempo nelle prossime settimane. Però è stato sorprendente come con i colleghi ci sia stata la stessa sintonia di quando eravamo in Italia. Oramai il il lockdown, fra le poche cose buone, ci ha insegnato a lavorare a distanza. Un pò complicato gestire gli orari di lavoro ma per il resto è filato tutto liscio. Ancora troppe però le ore dedicate al lavoro 😂😂😂😩😩.

E nei giorni australiani non è mancato l’emozione di vivere un vero e proprio allarme antincendio nell’hotel dove alloggiavamo, mentre ero in video call con l’Italia. Per fortuna si è rivelato un falso allarme ma l’arrivo dei pompieri, bardati di tutto punto, ha creato non poco spavento a quanti erano già in camera a dormire.

L’indomani non ci restava che prendere l’areo per Auckland 🛫🛫🛫.

👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇 🛫🛫🛫