Piccoli in questo mondo
3^ settimana
Le prime 2 settimane di ritmi serrati non ci fanno desistere per un weekend “allungato” che sapevamo impegnativo. Le distanze della Nuova Zelanda ci impongo, questa volta, di spostarci in aereo; destinazione Queenstown, la porta per Fiordland, la terra dei fiordi, patrimonio mondiale dell’umanità. Arrivati in questa piccola cittadina di soli 15 mila abitanti ma con un aeroporto di tutto rispetto, ci attendono altre 4 ore di auto per raggiungere il piccolo porto turistico, ad ovest, circumnavigando il Lago Wakatipu, da dove partono decine di mini imbarcazioni che accompagnano i visitatori lungo il Milford Sound, una delle insenature più belle e nascoste di tutta l’isola.
Il fiordo di Milford Sound con le sue centinaia di spettacolari cascate è il set preferito da molti registi. Un luogo ricco di suggestioni, ben protetto dal Mar di Tasmania, che nemmeno il capitano James Cook, abile cartografo, riuscì a scoprire , credendo fossero soltanto degli scogli.
Queenstown è una cittadina di frontiera, attrezzata per ospitare turisti da tutto il mondo, ma la distanza dal mondo è evidente. Oltre alle ricostruzioni, più o meno fedeli delle insegne e degli shops del passato, da queste parti spesso vi è carenza di cibo o di beni di uso giornaliero.




















I 300 km che ci hanno portato al porticciolo del fiordo di Milford Sound, percorsi in 4 ore, sono stati surreali. La highway 6 è una strada statale tenuta molto bene, cosi come la strada regionale 94 che di arrampica sopra le montagne. Tutt’intorno è un predominio di colori sul “giallo bruciato”, segno della scarsa piovosità di un’estate insolitamente arida per queste zone. Lungo la strada incontriamo un solo piccolo villaggio di pochissime case ed un bar dove sgranchire le gambe. Il resto è la terra delle pecore e delle mucche; le pochissime fattorie che intravediamo sono in lamiera e rimandano alle immagini di Alberto Sordi e Claudia Cardinale in “Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata“







Stanchi arriviamo finalmente alla meta e la prima impressione è che lo spettacolo merita lo sforzo fatto per arrivare fin qui. In perfetto orario sui tempi di imbarco, il catamarano lascia il porticciolo e si avvia lungo il fiordo.
La sensazione è di essere veramente piccoli di fronte a tanta grandezza.
Le cascate a cui il catamarano si avvicina sembrano piccole ma in realtà superano abbondantemente i 100 metri di altezza. E’ evidente come da queste parti l’uomo sia soltanto un ospite; gli animali e i pesci sono i veri padroni di casa.
Lungo il viaggio intravediamo una piccola colonia di pinguini stesi al sole e ben presto, come preannunciato dal capitano della nave, si fanno vivi 2 coppie di delfini che ci accompagneranno per tutto il viaggio.
Con l’adrenalina a mille, ancora increduli di fronte a tanto spettacolo della natura, pendiamo la strada del ritorno; 4 ore di auto, in solitaria, non sono uno scherzo. Sulla strada del ritorno siamo un pò più attenti ai segnali stradali ed una piccola deviazione ci fa incontrare un nuovo amico che mi salta addosso appena mi vede, un pò come il nostro piccolo Niky 🥰🥰🥰 .





Il giorno dopo, l’ultimo nell’isola del sud della Nuova Zelanda, proviamo a trascorrerla con un pò più tranquillità. Una gita al Lago di Wanaka, distante solo un’ora di auto, è quello che ci voleva. Le foto dell’albero che spunta dall’acqua è un must a cui non possiamo rinunciare; la giusta cartolina per concludere questo viaggio a Sud del mondo.


